La mia prima volta in cucina con Luisa e i bimbi
Appuntamento alle 10:00 alla casa famiglia di Brignano, come tutte le prime volte sono un po’ emozionata e molto curiosa di scoprire cosa mi aspetta. Sì perchè per me è la prima volta, sia come volontaria dell’Arca, sia come “ospite” di una casa famiglia, ho fatto volontariato in passato per diversi anni, ma non ho mai avuto esperienze di questo tipo.
tutti in cucina
Appena arrivo Luisa è in cucina già in piena attività aiutata da Leo, un ragazzino che vive lì e che la sta aiutando a tagliare le carote per il minestrone. Iniziamo!
Ci sono le fettine di pollo da impanare, mi metto al lavoro con Eva, una bambina intelligente e molto sveglia che ha già sbattuto le uova e iniziamo a dividerci il lavoro: “Io la farina e il sale, tu le uova e il pan grattato” mi dice. Ci raggiunge anche Leo e insieme riusciamo a impanare tutte le fettine.
Ora le patate, Eva inizia a pelarle, io le pulisco un po’ e poi con Leo iniziamo a tagliarle, diventeranno delle buonissime patatine fritte che andranno a ruba! Eva intanto parla dei suoi fratelli, dei bulli a scuola e poi cantiamo insieme “il ragazzo della via Gluck”, la sua canzone preferita.
far mangiare ai ragazzini la verdura
Luisa si mette a preparare anche uno sformato di cavolfiore con besciamella (fatta da lei) e formaggio, “un modo per far mangiare ai ragazzini la verdura” dice.
Nel frattempo Leo e Eva mi fanno vedere le loro stanze, Eva mi mostra le sue coloratissime felpe e Leo la sua collezione di Lego … scopro come funziona una mietitrebbiatrice! Poi mi fa vedere delle foto del suo compleanno, mi dice che ha una passione per le campane e l’anno scorso gli hanno fatto una sorpresa bellissima invitando i campanari bergamaschi con un camion pieno di campane! penso che sarebbe troppo bello che imparasse a suonarle per bene.
Il tempo passa veloce, torniamo da Luisa che sta già friggendo fettine e patatine, si preparano i tavoli per il pranzo e si apparecchia. Arrivano tutti, la stanza si riempie.
Tutto pronto, si mangia!
C’è un bambino piccolo piccolo che mi dicono che ha 3 anni e mezzo fino ad arrivare a una ragazza di 16 anni di origini senegalesi, ma nata a Lecco che mentre mangiamo mi dice che balla l’hip hop e che forse vorrebbe fare la psicologa.
Il pranzo neanche a dirlo è un successone! Il tempo è volato, è ora di salutare e andare.
interagire ed essere ascoltati
In macchina al rientro ho riflettuto su quello che ha detto l’educatore che era lì, cioè che è fondamentale per loro interagire ed essere ascoltati, perché purtroppo loro sono pochi e non riescono a dedicare il giusto tempo a ognuno, perchè ognuno di loro è un mondo.
Sono molto grata per l’opportunità che ho avuto di entrare nel loro mondo anche se per poco, perchè fare volontariato per me significa essere pronti a ricevere piuttosto che a dare.
e le foto?
Mi spiace ma non ho fatto foto, il mio telefono è finito chiuso a chiave nella stanza degli educatori e poi ero troppo presa dalle cose che vivevo … le prossime volte prometto che sarò più diligente! 🙂