Viaggio in Romania Giochi e laboratori con i bambini orfani

La storia /1

L’esperienza di tre giovani bergamasche con l’associazione “Mano per Mano” a Onesti nella casa Buna-Vestire delle Suore di Gesù Redentore

“C’è una storia dietro ad ogni viaggio”, anche in quello che hanno appena fatto Cristina Vanotti, 20 anni, di Berbenno, e le gemelle Erica e Claudia Cremonesi, diciannovenni di Mapello, che nel mese di Agosto sono partite con l’associazione Mano per Mano. 

Un viaggio che le ha viste impegnate come volontarie nella Casa Buna-Vestire a Onesti in Romania: per tutte e tre non era la prima esperienza, ma raccontano che ogni volta è sempre diversa e ogni partenza è ricca di entusiasmo e carica di nuove aspettative. 

“Una volta che arrivi là, ti innamori di tutto e quel luogo diventa una seconda casa…così è quasi doveroso tornare a dare continuità a questo progetto”.

Il tempo per prepararsi

Il tempo per arrivare a Onesti è lungo, prima in aereo e poi con il pulmino, e lascia alle giovani il tempo per prepararsi fino all’arrivo alla Casa Bruna-Vestire dove le suore di Gesù Redentore hanno dato vita ad una missione all’interno della quale accolgono bambini di tutte le età, orfani o le cui famiglie stanno vivendo un momento di difficoltà.

Le tre ragazze insieme agli altri volontari, hanno trascorso dieci giorni delle loro vacanze all’interno della struttura, dando una mano nelle attività quotidiane ma soprattutto organizzando momenti di intrattenimento, un piccolo Cre per tutti i bambini del paese e attività di animazione di strada anche nei paesi vicini. 

«Durante i dieci giorni in cui siamo rimaste a Onesti le giornate sono state scandite dalla gestione dei momenti e delle attività dentro e fuori la casa – raccontano le ragazze -. 

La sveglia suona presto e facciamo colazione tutti insieme con gli ospiti della struttura

Dopo aiutiamo a sistemare la cucina e una volta che tutto è apposto iniziamo con le proposte del giorno». 

Le mattine trascorrevano tra giochi e piccoli laboratori manuali, all’ora di pranzo i volontari aiutavano in cucina e nel pomeriggio ricominciavano le attività. 

«Ogni viaggio è accompagnato da una storia che fa da filo conduttore tra i diversi momenti e le proposte: quest’anno ci siamo fatti accompagnare dal viaggio nel tempo e siamo tornati indietro fino alle olimpiadi dell’antica Grecia». 

Idee che i volontari preparano durante l’anno, prima di partire: «l’associazione organizza momenti di formazione periodici per i volontari che parteciperanno ai viaggi, perché tutti possano arrivare preparati e sappiano come comportarsi, ma anche per conoscerci tra persone che arrivano da posti diversi. 

Gli incontri formativi si alternano con appuntamenti “organizzativi” durante i quali iniziamo a progettare quello che andremo a realizzare una volta arrivati a Onesti».

L’impegno continua

Ora che il viaggio è terminato e sono tornate in Italia, le ragazze continuano il loro impegno con Mano per Mano perché l’affetto e la passione che nascono durante un’esperienza così intensa danno la carica per continuare a darsi da fare anche tutto il resto dell’anno. 

Le attività che impegnano Cristina, Erica e Claudia sono principalmente legate alla raccolta fondi, dall’animazione per i bambini a piccoli catering, ma anche l’attività di raccolta indumenti e oggetti per bambini da mandare alla Casa Bruna-Vestire. 

«E’ un modo per dare continuità ai nostri viaggi, mantenendo un legame con le persone che incontriamo in Romania – spiegano – . 

Questa esperienza ci ha insegnato a non dare nulla per scontato

Dal cibo all’acqua fino ai piccoli gesti che i nostri genitori fanno per noi, come svegliarci e trovare la colazione pronta. 

A Onesti abbiamo imparato che queste cose non sono scontate e ora proviamo a dare il giusto peso ad ogni momento delle nostre vite».

Gesti concreti con cui le giovani provano a cambiare le cose e a non essere semplicemente spettatrici del mondo che le circonda, con il coraggio che hanno imparato dai bambini della Casa Bruna-Vestire. 

Per conoscere meglio le attività dell’associazione Mano per Mano visitare il sito www.manopermano.it o la pagina Facebook «Mano per Mano associazione onlus».

Chiara Roncelli

«Momenti di gioia a una coppia di anziani»

La storia /2 

Lucia Corrioni, volontaria de «l’Arca di Leonardo»

Lucia Corrioni ha 54 anni e vive ad Alzano. «Sono un’impiegata scolastica con una grande passione: il volontariato! Una vocazione, perchè di questo si tratta, che mi ha colto oltre 15 anni fa». 

Nel corso degli anni Lucia ha preso parte a numerose opere di volontariato, fino ad arrivare alla più recente che la vede impegnata nelle attività per l’Arca di Leonardo: una giovane associazione bergamasca che si fa carico di aiutare i bambini e gli anziani in difficoltà regalando dei momenti di gioia. 

«Il mio compito è molto semplice ma pieno d’amore. Tenere compagnia ad una coppia di anziani, di cui il marito gravemente malato è in carrozzina, provenienti da Milano ed ora residenti in un piccolo paese di una delle nostre valli, vicini alla loro figlia». 

Un pomeriggio a settimana Lucia si reca in ValSeriana

Per fare quattro chiacchiere con la coppia, che dopo una vita trascorsa in un grande condominio dell’hinterland milanese ha trovato delle difficoltà relazionali che colpirebbero chiunque. 

«Gentilissimi, mi offrono sempre del the con pasticcini e il tempo in loro compagnia scorre veloce. La solitudine sembra colpire più lei rispetto al marito malato, che in fondo se n’è fatto una ragione. Dopo alcuni mesi di frequentazione conosco tutta la loro vita passata». 

Tra una fetta di torta e una partita a carte, i racconti raffigurano una vita vissuta intensamente. 

Il rientro a casa

Quando si fa tardi e Lucia deve tornare a casa non è mai semplice salutarsi « “ancora una mezz’ora” è divenuto lo slogan della coppia. Ci si congeda con la consapevolezza che tra una settimana saremo ancora insieme».

L’anziana signora racconta spesso di quel condominio che hanno dovuto lasciare in seguito alla lesione midollare del marito, poiché privo di ascensore. 

Avevano un gran giro di amici e tutto a portata di mano: tante comodità che si sono create negli anni. 

«Dalla loro vita di relazioni si sono ritrovati in questo paesino

dove c’è l’ascensore e la figlia poco distante, ma nient’altro. Per questo quando non riesco a rispettare il nostro appuntamento ne sono molto dispiaciuta. Ogni volta che entro nella loro piccola ma accogliente casa e vedo il sorriso con il quale mi accolgono mi si riempie il cuore di gioia. Vorrei tanto che questa mia semplice testimonianza possa rappresentare uno stimolo per tante persone volenterose a fare un passo verso l’esperienza di aiuto al prossimo. Aiuterete lui ma arricchirete incredibilmente voi stessi».

La storia /3 

L’attività di Tiziana Pagani, docente al «Fermi» di Romano

Ogni anno gli alunni dell’Istituto Comprensivo «Enrico Fermi» di Romano mettono in campo una serie di coinvolgenti attività che contribuiscono alla loro formazione di membri attenti alle problematiche sociali e attivi nella comunità. 

Tiziana Pagani, docente di lettere all’Istituto, è il riferimento di questa iniziativa dal titolo «Costruiamo solidarietà», che contiene numerose proposte: dagli incontri con i volontari alle periodiche raccolte di indumenti e vivere, dagli approfondimenti sugli obbiettivi del millennio alla realizzazione di manufatti per il mercatino della solidarietà. 

«La mia famiglia mi ha educata alla solidarietà verso il prossimo – racconta la docente – mi sono sempre occupata del sociale e ritengo sia importante come insegnante avvicinare i ragazzi alla cultura dell’aiutare».

L’inclinazione all’assistenza verso i più fragili ha portato Tiziana a ricoprire nella scuola la funzione strumentale per l’inclusione dei ragazzi con disabilità e degli stranieri. 

Dopo essersi dedicata per 13 anni a questo ruolo, 

insieme al corpo docente, ha pensato di inserire gli alunni in un percorso di educazione alla cittadinanza attiva, dando vita a costruiamo solidarietà. 

Il progetto coinvolge tutto l’istituto, dai più piccini della scuola dell’infanzia ai ragazzi della secondaria, passando dai due plessi della scuola primaria. 

Tra le tante proposte, quella che appassiona maggiormente i ragazzi è il Mercatino della solidarietà, organizzato ogni anno per il mese di Maggio. 

«I ragazzi più grandi fanno due rientri pomeridiani in cui raccolgono e producono gli oggetti da vendere. I bambini dell’infanzia e della primaria si cimentano in dei laboratori manipolativi dai quali nascono oggetti di bricolage, come aquiloni e portamatite, anch’essi creati per essere poi inseriti nel mercatino».

Oltre che per la praticità dell’iniziativa, i ragazzi amano dedicarsi al Mercatino per la sua finalità: 

raccogliere fondi per Mark e Marko, bambini adottati a distanza grazie anche alla generosità dei genitori. I fondi arrivano anche all’associazione Amare, di cui l’Istituto è membro onorario, e che realizza micro progetti nel sud del mondo.

Avvicinare i cittadini del domani alla solidarietà è ciò che Tiziana ha più a cuore: «La comune tendenza è quella di focalizzarsi esclusivamente sul programma scolastico e su un insegnamento tradizionale. 

Ciò che bisogna capire è che ci sono nuove esigenze da affrontare. Dobbiamo educare dei cittadini del mondo, non delle persone che sanno chi è Giacomo Leopardi e poi non guardare in faccia il proprio compagno di banco». 

Elisabetta Gaspari

Fonte: Eco di Bergamo