hamburger e patatine
Cosa c’è di particolare?
In realtà nulla: è uno dei piatti preferiti dai ragazzi (e non solo), da mangiare rigorosamente con le mani 😉
E allora?
Quello che per molti di noi è “normale”, non lo è per altri.
Abbiamo chiesto a Barbare di raccontarci la sua esperienza e lei ha fatto molto di più 🙂
Barbara e Samuele a bordo dell’Arca
Perché ti sei avvicinata all’Arca di Leonardo
Era da tempo che volevo fare una esperienza di volontariato per condividere “un percorso” con mio figlio Samuele, di anni 15, ma il vincolo d’ingresso in altre associazioni era la minore età del ragazzo.
Chi ti ha parlato di Arca?
Un giorno, parlando con Daniele V., amico da tempo, ho espresso questa mia volontà e ho scoperto che lui faceva parte di questa associazione.
Daniele mi ha spiegato i vari progetti, ne sono rimasta colpita e mi sono subito interessata tramite i responsabili.
dove papà si legge Tato
Come sei arrivata al gruppo dei ragazzi Ucraini?
Una volta accettato di diventare volontaria con Samuele, ci hanno proposto di partecipare a uno spettacolo di magia che si teneva alla “Stella Mattutina” di Rota Imagna dove alloggia un gruppo di ragazzi Ucraini.
Da subito ci siamo appassionati al progetto, sentendo questo desiderio nascere dal cuore.
“Mamma, vorrei aiutare questi ragazzi che sono soli e meno fortunati di me” mi ha detto mio figlio.
Ai miei figli, sin da piccoli, ho sempre cercato di trasmettere valori profondi e sinceri. Questa sua volontà di impegnarsi in questo progetto ha portato alla luce il mio lavoro di madre.
Cos’hai provato in questa esperienza?
Dopo la tristezza provata per aver capito la loro situazione, mi ha emozionato vedere questi ragazzi all’apparenza freddi e diffidenti, aprirsi, addolcirsi e regalare sorrisi.
Hanno apprezzato anche i piccoli gesti che a loro modo manifestano affettività da parte di Samuele.
Insieme abbiamo vissuto belle giornate spensierate e in allegria.
cosa vuoi fare?
Ci colpisce la precarietà della situazione ed è nostro desiderio offrire qualcosa di sincero che possa nutrine un po’ il loro bisogno di affetto.
Ho espresso da subito il desiderio di far uscire dalla struttura i ragazzi per offrire un po’ di tempo diverso dal loro solito.
Le educatrici mi hanno confermato che posso fare uscire 2 o 3 ragazzi per volta, ma quando sono lì, li porterei a casa tutti.
Ci siamo affezionati molto a questi ragazzi e iniziamo a capire che la loro futura partenza ci porterà un grande dispiacere, ma il nostro voler dare e più forte di questo pensiero.
Barbara e Samuele